La PISTOIESE spenge 104 candeline. Un "Melani" e un "Vannucci" c'erano già il 21 Aprile 1921
di Athos Querci

Ecco com'era il Globo in una foto proprio del 1921, il salotto dei pistoiesi. Chissà, forse, i giovani stanno parlando anche della Pistoiese che verrà.
La storia delle squadre di calcio, ivi compresa chiaramente la Pistoiese, ha inizio quando scoppia l'amore, quando c'è la passione, la partecipazione, la solidarietà, il senso di appartenenza, l'attaccamento ai colori. E non nasce, non inizia, davanti ad un notaio in un ufficio, su un foglio di carta bollata. Infatti, giovedì 21 Aprile 1921 (104 anni fa) un gruppo di pistoiesi D.O.C. stanchi di essere divisi in tante squadre (comunque più che dignitose, tanto è vero che il Pistoia F.B.C. vinse nel 1914 il campionato di Promozione), decisero di dar vita alla Unione Sportiva Pistoiese. Si dettero la mano per sancire un patto d'onore, per ufficializzare un amore che sarà eterno. Prima di arrivare, però, a questo storico giorno, il percorso fu pieno di ostacoli, che furono superati con tanta volontà, ma quando tutto sembrava sistemato, un neo-dirigente disse: "ok, ma di che colore dovrà essere la maglia?". Le discussioni ripresero accanitamente per qualche giorno prima di trovare la soluzione giusta. Chi voleva il nero (purtroppo di moda in quegli anni), chi il bianco con rifiniture blu (il colore della Pasqua che cade sempre in questo periodo). Spuntò un ragazzino, di nome Eugenio Melani (un cognome che impareremo ad amare molto), e la buttò là: siamo nel pieno della Primavera scegliamo l'Arancione, che è anche il colore della nazionale olandese (la leggenda che lui aveva visto giocare la nazionale dei Paesi Bassi non sembra vera). La vitalità e l'entusiasmo di questo sedicenne (qualche anno dopo giocò anche una partita come portiere) travolse gli altri e fu immediatamente approvato all'unanimità. Un colore vivo, allegro, primaverile, un colore che sarebbe diventato meritatamente il simbolo di una storia che è stata tramandata ai posteri di generazione in generazione. Un altro ragazzino (Guidino) che di cognome faceva Vannucci (anche questo cognome non mi è del tutto nuovo) fu incaricato immediatamente di andare sulla Sala a comprare subito una muta di maglie arancioni. Costarono ben 11 lire ciascuna, un occhio della testa. Era il 21 aprile 1921. La Pistoiese era ufficialmente nata e iniziò il suo percorso. Un percorso, spesso, anche accidentato, ma bisogna sempre ricordarsi che l'importanza della storia va oltre le cose che puoi toccare con mano. La storia è un valore, non la vedi, ma la senti. Crea un clima speciale grazie alle persone che ci hanno lavorato perché erano autentiche. È giusto guardare avanti, sempre, però con un occhio a quelle radici che rappresentano una fonte d'ispirazione e di esempio.